Un Paese inumano é un paese in cui le aggressioni ai danni delle persone con disabilità sono all’ordine del giorno: in poche ore i casi si moltiplicano, da Nord a Sud. Un Paese inumano é un paese dove si annidano l’omofobia e il razzismo, dove i bulli sferrano cazzotti come se fossero carezze.
È sempre inumano un Paese in cui proliferano episodi di violenza nei confronti di bambini, anziani, donne, uomini, amici. Nei confronti degli animali e della natura. Tanto si conosce attraverso la cronaca mediatica, ma tanto non si sa. È Paese inumano un paese in cui il tasso di disoccupazione cresce e non diminuisce, checché se ne dica in quel di Roma. Dove abbondano i titoli e scarseggiano gli impieghi. Un Paese che non sa accogliere i propri figli e che non riesce più a difenderli. Dove anche la Giustizia vacilla e dove esiste ancora la tecnica “dell’aiutino”.
Un Paese inumano é un paese in cui ci si scomoda per dire “mi dispiace” solo a cose fatte, solo quando le attività chiudono, soltanto quando è, ormai, tardi per dare concretamente una mano. E spesso lo si fa con proclami pubblici, per sembrare più impegnati. “A saperlo prima”, quante volte abbiamo sentito questa frase: “A saperlo prima ti avrei aiutato, ti avrei sostenuto, ti avrei aperto gli occhi, dato qualche dritta. Quanto mi dispiace”.
Un Paese ancora inumano é un Paese sordo. Sordo agli appelli dei cittadini, alle speranze dei più coraggiosi. Sordo alla bellezza della natura, dell’arte, dei colori della sua Bandiera, dei talenti e di una volontà ferrea che esiste e resiste. Che rende grande chi cade e si rialza. Troppo spesso anche da solo.
Non è corretto generalizzare: in questo Paese coesistono anche carità, tolleranza e solidarietà. Valori buoni, sani, genuini. Ma rappresentano esempi di rara bellezza.
“Guardiamoci dall’avere un cuore duro che non lascia entrare la misericordia di Dio”: è l’invito di Papa Francesco. Ci penso da oggi, credo sia la risposta migliore per rendere un Paese inumano in un Paese più umano.
Maria Brigida Langellotti