25 febbraio 2015. Esattamente un anno fa. Con la mente a quella corsa speranzosa dal respiro fragile. Pensando al freddo di certe stanze, alla delicatezza di alcune mani e al calore di cuori speciali. Allo sguardo prezioso di papà e dei miei fratelli, all’affetto della mia famiglia, alla generosità di due AmicheperSempre e alla solidarietà che accarezza. Un anno di forza e prove coraggiose. Coraggio che non deve ancora, e mai, mancare. Anche nella nuova corsa.
Sensazioni, immagini, voci, che ritornano. Impronte che non hanno fatto in tempo a trasformarsi del tutto in ricordo poiché sempre nitide e reali. Impronte che richiedono coraggio ogni volta che assediano i pensieri. Perché ci vuole coraggio ad affrontare alcuni momenti, ma serve altrettanto coraggio a tenere testa a certi ricordi.
La corsa veloce, la sosta, la rincorsa e poi la nuova corsa e un’altra sosta. E due nuove AmicheperSempre. Corsie, voci basse, professionalità, superficialità. Il calore di mio padre e dei miei due fratelli: il loro amore fatto di attenzioni e volontà. Il loro esserci sempre e comunque, il darsi da fare per me. Da parte mia, tanta gratitudine e un affetto incondizionato. La famiglia intorno. E la solidarietà dei generosi. Nuovi volti, nuove conoscenze, scoperte. Valutazioni e rivalutazioni. Chi c’è stato e chi era troppo impegnato. Affetti forti ed Amicizie che si confermano, mentre altre si lasciano andare, perché probabilmente non ci sono mai state o sono arrivate al capolinea. Come alcuni amori consumati, che si trascinano, per non lasciare alcuna mancanza.
Dormire e svegliarsi con la sensazione di essere come le foglie al vento. Per poi rendersi conto di essere come le ginestre, tenaci e resistenti. Sfogliare pagine bianche senza scriverle, leggere per abitudine senza coinvolgimento. Stanca, ma con il cervello sempre vigile. Giorni sfumati tra buio e luce, pensando, a tratti, di stare in un recinto e, a tratti, di essere in una discoteca. Giorni ad ascoltare, capire, adempiere. Tutto in un anno. Con affanno, ma sempre con coraggio.
Un anno che mi ha restituito una cosa: il tempo. Per riflettere, progettare, rinnovare. Per me stessa. Un anno capace di portare a cambiamenti, così da dare il giusto peso a certa immodestia e a banali lamentele e più attenzione alle proprie capacità.
Un anno di piccoli passi e grandi sforzi. Di battaglie per i Diritti. Di cambiamenti. Un anno ricompensato da qualche traguardo e arricchito da tante nuove ricette. Il tutto alimentati da due lanterne sempre accese: la Fede e la Speranza.
Così in un anno sono passata da giornalista a protagonista di un fatto. Che non lo racconta, lo vive. Ed essendo abituata, come vuole la professione, a mantenere sempre un certo distacco e a separare emozioni ed opinioni dagli avvenimenti, ho pensato bene di vivere quella quotidianità mantenendo la giusta distanza. Per restare in equilibrio, tra il lecito coinvolgimento e la naturale sospensione.
Dopo la salita c’è sempre la discesa con bivi e nuovi inizi. E mentre sembra di poter tirare un sospiro di sollievo, inizia una nuova corsa. Tra incredulità e stanchezza. Un anno che è passato e un nuovo anno che richiede altrettanta pazienza. È qui che ti rendi conto di essere una persona Coraggiosa, che reagisce con sorprendente forza ed equilibrio. Consapevole che le pareti non saranno mai così alte da frenare una risalita.
Maria Brigida Langellotti