Genova, estate 2006. Nella tua città per inseguire la mia passione di giornalista. E per respirare la tua musica. Scelsi Genova, non a caso e non senza difficoltà, e così quell’anno, per alcuni mesi, arrivai al Secolo XIX.
È stata proprio la tua musica a condurmi lì. Le tue canzoni di poesie che continuano ad accompagnare la mia quotidianità. Nella pausa pranzo mi rifugiavo in via del Campo, tra i “caruggi”. I tuoi luoghi erano diventati anche i miei luoghi.
Mentre mangiavo la farinata o la focaccia di Recco, immaginavo quella “bambina con le labbra color rugiada”. In sottofondo, a farmi compagnia, le note delle tue canzoni diffuse dal negozio di musica di Gianni Tassio. Ogni volta era l’occasione migliore per ammirare in vetrina le copertine originali dei tuoi dischi. E per sognare di fronte alla tua storica chitarra, custodita all’interno come una reliquia. Poi tornavo in redazione, aspettando il giorno dopo per incontrarti ancora in via del Campo. Certa che tu, caro Fabrizio De André, eri sempre lì ad attendermi…
Maria Brigida Langellotti