Spaccature invece che coesione. Affondi al posto di condivisione. In un momento così delicato per tutti, in cui è prioritario non distrarsi, mancava solo la crisi del Governo. E che qualcuno, un bel giorno, l’aprisse così. Non uno a caso. Il solito demiurgo che ha dimostrato, nel tempo, di non essere indifferente a uscite sprint. Di fare, disfare, far cadere, far dimettere. Sempre nell’ottica dello “Stai sereno”.
La stessa retorica la ricordo qualche anno fa, precisamente nel 2014, nei confronti dell’ex premier Enrico Letta. “Stai sereno. State sereni”. Era il leitmotiv di quel periodo. Poi, zac! Un mese dopo il fautore dell’hashtag più in voga nella politica italiana, e non solo, giurava al Quirinale al posto di Letta. Che indietreggiava in silenzio, quasi fosse un maestro di ginnastica zen.
Il 13 gennaio 2021, sette anni dopo, rieccoci. Se nel 2014 il nodo al centro della crisi era rappresentato dalle riforme del pacchetto ‘Impegno Italia’, questa volta è il ‘Recovery plan’ . Patapum! Vai con il ritiro di ministre e sottosegretario, con la conseguenziale apertura della crisi di Governo. Più che un atto di responsabilità, pare un atto di irresponsabilità in un momento già così critico per il Paese. Più che una decisione per il bene degli italiani, pare ancora una mossa per acquisire centralità. E stavolta riecheggia più forte una riflessione di Enrico Letta nel suo libro ‘Andare insieme, andare lontano’: “Comandare non è governare… Se vuoi correre veloce vai da solo, se vuoi andare lontano devi farlo insieme”, ricordando un proverbio africano.
Ancora una volta si perde una buona occasione per collaborare per il bene comune e affrontare una situazione veramente critica dal punto di vista sanitario, economico e sociale. Soprattutto adesso serviva uno sforzo unitario, senza alcun tipo di scorciatoie e staffette.
Non ha la pretesa di essere un’analisi politica la mia. Questo arduo compito lo lascio ai politologi di professione e anche a quelli dell’ultima ora. Ma certamente è una riflessione di come la Politica, che è uno strumento di Democrazia imprescindibile, spesso si trasformi in una partita a carte in cui è possibile ribaltare risultati e decretare sulle sorti di una nazione. I risultati, ovviamente, non sono sempre garantiti. Perché non tutti i politici sono dei fuoriclasse.
Fino a pochi giorni fa ci siamo sorpresi e indignati di fronte all’assalto al Congresso americano da parte di alcuni sostenitori di Trump. Oggi, in Italia, con l’apertura della crisi di Governo, in uno scenario di piena emergenza Covid e pandemia, é andata in onda una pagina molto preoccupante per la nostra Democrazia, che mina la fiducia dei cittadini verso la politica e le istituzioni. Non è necessario essere uno sciamano vestito da vichingo per snaturare un valore, un ruolo, un fine.
Coraggio, non c’è tanto da stare sereni in questo periodo. Con un vento di crisi si può solo resistere e stare uniti. Ma, certamente, non tutti crederanno più a chi dice che non lo ha fatto apposta.
Maria Brigida Langellotti