Tutto l’universo obbedisce all’amore

“Tutto l’universo obbedisce all’amore”. E mai prima di adesso se ne era sentito così tanto il bisogno. Di più amore. Lo aveva capito già da tempo, il cantautore siciliano Franco Battiato, tanto da onorare questo concetto in una delle sue canzoni più belle. Quelle che non tramontano mai e che si ascoltano quando ci si vuole sentire in pace con il mondo. Nell’epoca del distanziamento sociale, causa Covid, il ritornello della canzone del Maestro risuona potente, da ripetere come un mantra. Diventa così intenso da non lasciare indifferenti di fronte a questo sentimento e a tanta verità, naturale e mai banale.

Un brutto scherzo stamattina. Mi sono svegliata con un pensiero positivo e di fiducia verso il futuro. L’appuntamento per ricevere la prima dose di vaccino anti-Covid. Nel tragitto in auto verso Potenza, un mio caro amico mi ha informato della scomparsa di Franco Battiato. Una doccia fredda e la giornata ha preso una piega diversa, assalita già dalla nostalgia per un artista che rappresenta molto per me. La mia infanzia, prima di tutto. Ho imparato a conoscere Battiato attraverso i miei fratelli. Avevano una vasta collezione di musicassette con le sue canzoni, era una consuetudine ascoltarle a casa e durante le gite in auto verso il mare di Metaponto.

Battiato è per me l’amicizia: la passione per le sue canzoni e quelle di De André condivisa con la mia amica di sempre, Angela. Chilometri di musica salvati sulla chiavetta usb da portare sempre in tasca, da ascoltare a ripetizione, capaci di farci sognare mentre stavamo crescendo in un piccolo paese della Basilicata. La sua musica, colonna sonora costante nei pomeriggi pisani con il mio amico Saverio, tra un caffè e una chiacchierata.

Il Maestro è per me il sentimento decantato nella maniera più semplice e allo stesso tempo più raffinata e intensa. È la dolcezza che aggiusta il cuore, che sa trovarmi. La dedica musicale che ho sempre desiderato prima di addormentarmi. È la forza del pudore che crea meraviglia. La capacità di comunicare ancor prima con uno sguardo mistico e la forza di una sottile malinconia. È il coraggio dei valori che ha sempre difeso, delle idee che ha tutelato con determinazione, ma mai fuori le righe. Come solo una persona di spessore può fare. 

“Ed è in certi sguardi, che s’intravede l’infinito”. Canta così Battiato in “Tutto l’universo obbedisce all’amore”. Ogni strofa di questa canzone sembra una considerazione adattabile a questo tempo, fatto di “lievi gesti”, in cui bisogna muoversi con “delicata attenzione per non disturbare”. Ma “come possiamo tenere nascosta la nostra intesa”.

Oggi, più che mai, c’è bisogno di Battiato che canta, che consola. Che insegna come il veto di abbracci, baci, strette di mano e carezze, non ci ha reso immuni dall’amore. Ma che le emozioni mancate ne hanno amplificato l’importanza. C’è bisogno della sua armonia proprio adesso che ci siamo ritrovati fragili e l’emergenza ha evidenziato tutta  questa fragilità.

Ecco perché diventa ancora più attuale la musica di Franco Battiato. Non è un caso se oggi per riappropriarci del gusto dell’incontro ci siamo ingegnati a sostituire il tatto con gli altri sensi, con quei “lievi gesti”, cercando di abitare un vuoto insaziabile. La pandemia ha reso il contatto un tabù, privandoci del potere della sua reciprocità e di qualcosa di speciale che ne deriva, l’ossitocina, quell’ormone che rilassa e tranquillizza. Come capita quando ci regaliamo un abbraccio.
Mettiamola così, Maestro, continueremo ad abbracciarci senza stringerci troppo, per adesso. Ma continueremo a farlo, a coglierne le sfumature e ad obbedire all’amore.

Quante cose ci lascia in eredità l’eclettico cantautore. Se ne è andato in punta di piedi, così come in maniera discreta ha vissuto imponendosi, dalle falde dell’Etna, nei ricordi musicali di tantissimi attraverso le sue canzoni. Pronto ad infiammarsi all’improvviso come la lava del vulcano in eruzione  e a regalare un vortice di emozioni con musiche di parole, danze, archi e poesie. Illuminante e rivoluzionario con il suo pensiero, da superare ogni corrente gravitazionale. Incisivo in ogni situazione, quanto le canzoni che ha scritto per sé e per gli altri artisti.

Ci mancherà, il Maestro. Mi mancherà. Ma continuerà ancora a trovarmi e a essere il mio rifugio più intimo, la mano sul capo prima del sonno. Quel posto in cui si sta bene anche in solitudine, chiudendo gli occhi e canticchiando un po’. 

Maria Brigida Langellotti

Buon ascolto…

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