La giornalista Maria Grazia Capulli è partita per il suo ultimo viaggio. Un dolore immenso e spiazzante. Collega mai altezzosa, che ha sempre fatto il suo lavoro con intelligenza, umiltà e serietà. Lo dimostravano la delicatezza e il rispetto che ha trasmesso attraverso ogni notizia che ha dato nei Tg.
Un giornalismo mai urlato il suo. Una professionista vera che arrivava nelle case con garbo e il suo sorriso discreto e gentile. E adesso ci lascia con la stessa discrezione. A contraddistinguerla uno stile raro.
Ho pianto oggi. Per dispiacere, incredulità, per rabbia. Non conoscevo personalmente Maria Grazia Capulli, ma ne apprezzavo pacatezza e professionalità. La seguivo ancora prima che diventassi anche io giornalista. Riconoscevo il suo garbo e la sua bravura.
Un lutto amaro nel giornalismo, una penna che rimpiangeremo.
Maria Grazia mancherà ai suoi colleghi del Tg2, al nostro mondo a volte freddo, allenato a dare notizie e a nascondere le emozioni. Mancherà alla gente comune che amava il buon giornalismo. Quello che Maria Grazia Capulli ha portato avanti fino all’ultimo.
“E’ Lei tutto il bello che c’è”. Così la ricordano, con commozione, i colleghi del Tg2, richiamando proprio la rubrica che Maria Grazia Capulli aveva ideato: “Tutto il bello che c’è”.
La vita è un soffio, ma di Maria Grazia resterà un grande esempio di forza e umanità. E continuerà a raccontarci “Tutto il bello che c’è”.
R.I.P., dolce collega
Maria Brigida Langellotti
Ciao Brigida, ho letto il ricordo fatto di Maria Grazia Capulli. Nel mio caso ho avuto modo di conoscerla pochi mesi fa, a fine maggio, quando siamo stati premiati insieme ad altri colleghi durante il Game Fair Award a Grosseto. In effetti anche dal vivo era la stessa persona che vedevamo. Fu simpatico il siparietto perché il Game Fair è una fiera dedicata agli appassionati di caccia che – come ben sai- in Maremma è molto radicata. Gli organizzatori decisero di premiare Maria Grazia che, però, nel momento in cui ricevette il premio nel commentarlo invitò i cacciatori a cambiare idea e confessò di essere vegana, “non è mai troppo tardi”, disse loro. il resto della cerimonia fu tutto un cercare di convincerla – da parte dei colleghi delle riviste specializzate- dell’importanza della caccia. Spiegò in maniera chiara che aveva rispetto per le opinioni altrui e che non discuteva la passione, ma, chiaramente, aveva un’opinione sua. Insomma fu un modo per vederla all’opera in un settore non suo ed in cui dimostrò ancora una volta che fare il giornalista vuol dire non avere paura ad esprimere la propria opinione, ma fare in modo che questa non influenzi il proprio lavoro. Non a caso il premio lo accettò ben volentieri tanto da venire a ritirarlo fino a Grosseto.