Ogni scelta è personale. Ogni azione ne è la conseguenza. E per fortuna, la libertà di ognuno – la più grande conquista – orienta il nostro arbitrio in una o in un’altra direzione. Ed è proprio questa mappa personale, di decisioni e gesti, che fa la differenza.
Una differenza di stile, di gusto e di coscienza.
Il dire e il non dire. È una questione di scelte. Così come il pubblicare o meno una foto. Pensieri e immagini che nell’epoca social sfrecciano alla velocità della luce, rimbalzando da una tastiera all’altra, da uno schermo all’altro. E che inducono a una riflessione. Anche alla mia riflessione.
Che senso ha pubblicare, in questo momento, una foto dalle piste da sci, da paesaggi innevati, da resort tra le montagne imbiancate per far sapere al popolo di Internet che si è beatamente in vacanza? Un “ciaone” tra la neve. Come, proprio adesso? Mentre le agenzie lanciano gli ultimi aggiornamenti sulla disgrazia dell’hotel Rigopiano in Abruzzo (si contano ancora i morti e i dispersi) e sull’elicottero del 118 (intervenuto per soccorrere uno sciatore ferito) che è precipitato, nella zona di Campo Felice, nell’Aquilano. Incidente nel quale hanno trovato la morte sei persone.
Sarò impopolare, ma voglio essere schietta. Non mi ha mai urtato la neve come in questo momento. Un momento in cui si scava ancora tra le macerie e la neve alla disperata ricerca dei dispersi. Mentre si vede un elicottero disintegrato tra una coltre bianca.
Perciò, dirò anche che, in questo momento, non condivido le foto di vacanzieri che descrivono ogni minuto della loro settimana bianca.
Non vuole esserci alcuna inquisizione dietro questa riflessione. Nessuna morale da “benpensante”. E non c’è alcuna grave macchia dietro la probabile “leggerezza” di una fotografia. Come dopo ogni situazione di dolore, la vita andrà avanti. È il percorso naturale delle cose. E sarà di nuovo simpatico vedere le foto delle beate vacanze tra la neve. Essere felici è un diritto e comunicarlo non è sbagliato. Talvolta, si può essere rilassati, pur nella riservatezza. Tutto, tempo al tempo.
È anche una questione di decoro e rispetto che non guasta. A cominciare dalle piccole cose, fino agli eventi più delicati.
Come è delicata l’attuale situazione in Abruzzo e negli altri territori colpiti dal sisma. Terremoto, neve, disperazione e anche, purtroppo, morte. Ce lo chiediamo in tanti, perché? Perché sta succedendo tutto questo? Perché il destino si sta accannendo così tanto su questi territori? Ovvio, risposte concrete e sensate a queste domande e a un fato così beffardo non ce ne sono. Non ci può essere rassegnazione davanti a tanta sofferenza, ma solo rabbia, vicinanza e discrezione.
Dietro ad ogni azione ci sono scelte personali. E, ovviamente, anche le opinioni sono altrettanto personali. Ma penso che ci sia un senso di responsabilità, di solidarietà e di delicatezza, che dovrebbe accomunare tutti. Al di là della tanto cara libertà di fare e non fare.
Perché scegliere è una libertà, ma è anche un compito. Ognuno di noi ha una personale “bussola dei valori”, sta a noi impostarne i punti cardinali per una naviazione esistenziale più serena e sicura. E, ogni tanto, calibrare la propria bussola, in base a situazioni e stati d’animo collettivi e coinvolgenti, non è affatto sbagliato.
Maria Brigida Langellotti