Siamo ciò che sappiamo fare, non come ci facciamo chiamare

Non è una desinenza che fa la differenza. Che attesta bravura e capacità. Di uomini e di donne. Anche se solitamente le donne si trovano a dover rimarcare. Per scelta personale o perché intrecciate nella rete dei dibattiti che automaticamente si sollevano. 
La polemica intorno alla decisione di Beatrice Venezi che chiede, sul palco del Festival di Sanremo, di essere chiamata “direttore” e non “direttrice d’orchestra”, ne è la conferma e mostra quanto si è ancora legati, nel nostro Paese, a stereotipi o pregiudizi di genere.
 

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