Calar della sera al “Ponte”.
Probabilmente uno degli ultimi tramonti di quest’estate 2021.
Il mio momento perfetto. Quello trascorso tra “me e me”. Tra me e la musica filtrata dagli auricolari. Tra me e i miei passi svelti. Poi lenti.
Tra me e i saluti degli altri “camminatori”. Tra me e i messaggi e le telefonate più importanti.
Approfondimenti
Gino Strada, ci mancherai
Manca il respiro che non riesco a spiegare.
Incredulità, tristezza e senso di vuoto.
Ma anche tanta gratitudine e ammirazione.
Un uomo sempre pronto a difendere i diritti e la dignità di ognuno.
Coraggioso, libero, con una forte umanità dedita agli altri.
Diretto in ogni circostanza, moralmente onesto.
Grande contributo nelle sue azioni, che si trasformavano in fatti attraverso Emergency.
Il suo esempio è una lezione per tutti noi.
Siamo ciò che sappiamo fare, non come ci facciamo chiamare
Sono tornati in classe. Cellulare in mano e poca voglia di studiare
Genitori che avete tanto caldeggiato il ritorno a scuola in presenza dei vostri figli. Perché la didattica a distanza non era funzionale e non era abbastanza istruttiva. Voi che credete nel valore dell’istruzione e nell’importanza della scuola, tanto da manifestare e far manifestare i vostri figli per chiedere a gran voce un ritorno in classe. Voi che avete espresso quotidianamente il vostro malcontento sulla didattica a distanza nelle chat di gruppo. Beh, è fondamentale insegnare ai vostri figli, anche e soprattutto, il valore del rispetto degli altri e delle regole.
Fischia il vento. Vento di crisi
Spaccature invece che coesione. Affondi al posto di condivisione. In un momento così delicato per tutti, in cui è prioritario non distrarsi, mancava solo la crisi del Governo. E che qualcuno, un bel giorno, l’aprisse così. Non uno a caso. Il solito demiurgo che ha dimostrato, nel tempo, di non essere indifferente a uscite sprint. Di fare, disfare, far cadere, far dimettere. Sempre nell’ottica dello “Stai sereno”.
Mamma, 27 anni senza
Beata libertà. Beati i nuovi eroi
Giorni, settimane, mesi di coronavirus. Un tempo che non ci restituirà nessuno. Un tempo dalle tante ombre e dai tanti colori, che ha le sfumature della malinconia, della preoccupazione, della speranza. Un tempo in cui si legge di più, si rimane collegati a oltranza per sapere le ultime novità. Intanto, tra una serenata al balcone e un flash-mob, “adda passà ‘a nuttata”. Ci si sente quasi degli eroi a restare a casa. A rispolverare l’orgoglio patriottico dell’essere italiani, e dimostrare di essere uniti. Dimenticandoci, però, che siamo quegli stessi italiani un po’ restii a rispettare le regole, a seguire i consigli. Gli stessi che, qualche volta, abbiamo parcheggiato anche in doppia fila.
Volevo cambiare il mondo, poi sono arrivati i più bravi
Riflessioni sparse, riflessioni quotidiane in tram…
Un’Italia sempre più clientelare, dove la meritocrazia è diventata un optional.
Dove, spesso, vige la prassi delle conoscenze e dei cosiddetti “agganci”.
Dove basta avere un amico nel settore per ottenere un posto letto in ospedale, un colloquio di lavoro.
Buon viaggio, Dj Fabo
Questione di stile
Ogni scelta è personale. Ogni azione ne è la conseguenza. E per fortuna, la libertà di ognuno – la più grande conquista – orienta il nostro arbitrio in una o in un’altra direzione. Ed è proprio questa mappa personale, di decisioni e gesti, che fa la differenza.