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10 aprile 2020. Venerdì Santo
10 aprile 2020. Venerdì Santo.
Una Via Crucis diversa. Come diversi sono questi nostri giorni.
Una Via Crucis in solitaria tra le strade di San Chirico Nuovo, piccolo comune lucano.
Don Michele Perriello, a piccoli passi, prega e si fa testimone di Fede e Speranza.
Di un amore che illumina nella paura.
Il rito, più che mai, riassume ciò che stiamo vivendo.
Beata libertà. Beati i nuovi eroi
Giorni, settimane, mesi di coronavirus. Un tempo che non ci restituirà nessuno. Un tempo dalle tante ombre e dai tanti colori, che ha le sfumature della malinconia, della preoccupazione, della speranza. Un tempo in cui si legge di più, si rimane collegati a oltranza per sapere le ultime novità. Intanto, tra una serenata al balcone e un flash-mob, “adda passà ‘a nuttata”. Ci si sente quasi degli eroi a restare a casa. A rispolverare l’orgoglio patriottico dell’essere italiani, e dimostrare di essere uniti. Dimenticandoci, però, che siamo quegli stessi italiani un po’ restii a rispettare le regole, a seguire i consigli. Gli stessi che, qualche volta, abbiamo parcheggiato anche in doppia fila.
A volte vinci. Tante altre impari
La vittoria regala sorrisi, strette di mano. Fa sentire forti, fieri, riconosciuti.
La sconfitta è sempre amara. Pone davanti ai propri limiti. E lascia un po’ soli.
La vittoria segna un traguardo. Rafforza le convinzioni.
La sconfitta spesso mortifica e porta a galla imperfezioni e fragilità.
La vittoria rende ancora più invincibili e spiana la strada verso nuovi successi.
La sconfitta lascia immobili. Trasforma i desideri in illusione.
Via Caetani, “Se ci fosse la luce, sarebbe bellissimo”
Roma, via Michelangelo Caetani: è stata la mia prima sosta da neo giornalista professionista. Avevo da poco sostenuto la prova orale dell’esame di Stato nella sede dell’Ordine nazionale dei giornalisti, era il 14 febbraio del 2007. A conclusione della prova orale, dopo la discussione della tesina e domande sull’etica professionale, sulle norme giuridiche attinenti al giornalismo, sulla storia e sull’attualità, il presidente mi ha comunicato il giudizio della Commissione: prova superata con conseguente iscrizione nell’elenco dei giornalisti professionisti. Realizzavo così il mio desiderio piú grande: iscrivermi all’Albo nazionale dei giornalisti e fare di un desiderio la mia professione.
Volevo cambiare il mondo, poi sono arrivati i più bravi
Riflessioni sparse, riflessioni quotidiane in tram…
Un’Italia sempre più clientelare, dove la meritocrazia è diventata un optional.
Dove, spesso, vige la prassi delle conoscenze e dei cosiddetti “agganci”.
Dove basta avere un amico nel settore per ottenere un posto letto in ospedale, un colloquio di lavoro.
“Che sorpresa, ragioniere”
Il treno della “baresità”
In pensione? Eh… No, no, no
Se chi deve andare in pensione ci andasse davvero, sarebbero sicuramente maggiori gli spazi per i tanti aspiranti lavoratori che inseguono il “sogno” di avere un impiego (cosa che, invece, dovrebbe essere un diritto sacrosanto). Mettiamo la crisi, mettiamo la cattiva gestione delle risorse, consideriamo il sempre esistito clientelismo, e poi mettiamoci anche i pensionati che continuano a svolgere vecchi e nuovi impieghi. Ecco, come in Italia gli spazi si restringono e la disoccupazione dilaga.