Pensieri
10 aprile 2020. Venerdì Santo
10 aprile 2020. Venerdì Santo.
Una Via Crucis diversa. Come diversi sono questi nostri giorni.
Una Via Crucis in solitaria tra le strade di San Chirico Nuovo, piccolo comune lucano.
Don Michele Perriello, a piccoli passi, prega e si fa testimone di Fede e Speranza.
Di un amore che illumina nella paura.
Il rito, più che mai, riassume ciò che stiamo vivendo.
Beata libertà. Beati i nuovi eroi
Giorni, settimane, mesi di coronavirus. Un tempo che non ci restituirà nessuno. Un tempo dalle tante ombre e dai tanti colori, che ha le sfumature della malinconia, della preoccupazione, della speranza. Un tempo in cui si legge di più, si rimane collegati a oltranza per sapere le ultime novità. Intanto, tra una serenata al balcone e un flash-mob, “adda passà ‘a nuttata”. Ci si sente quasi degli eroi a restare a casa. A rispolverare l’orgoglio patriottico dell’essere italiani, e dimostrare di essere uniti. Dimenticandoci, però, che siamo quegli stessi italiani un po’ restii a rispettare le regole, a seguire i consigli. Gli stessi che, qualche volta, abbiamo parcheggiato anche in doppia fila.
Vorrei avere…
Vorrei avere…
Sorrisi sempre sinceri
Braccia aperte al bene
Mani tese per sostenere
Braccia su cui aggrapparmi
Vorrei avere…
L’energia per guardare avanti
La forza per iniziare, inciampare, ricominciare
L’accortezza di far finta di niente, quando serve
Le giuste parole per rincuorare e per affermare
A volte vinci. Tante altre impari
La vittoria regala sorrisi, strette di mano. Fa sentire forti, fieri, riconosciuti.
La sconfitta è sempre amara. Pone davanti ai propri limiti. E lascia un po’ soli.
La vittoria segna un traguardo. Rafforza le convinzioni.
La sconfitta spesso mortifica e porta a galla imperfezioni e fragilità.
La vittoria rende ancora più invincibili e spiana la strada verso nuovi successi.
La sconfitta lascia immobili. Trasforma i desideri in illusione.
Volevo cambiare il mondo, poi sono arrivati i più bravi
Riflessioni sparse, riflessioni quotidiane in tram…
Un’Italia sempre più clientelare, dove la meritocrazia è diventata un optional.
Dove, spesso, vige la prassi delle conoscenze e dei cosiddetti “agganci”.
Dove basta avere un amico nel settore per ottenere un posto letto in ospedale, un colloquio di lavoro.
Ciao, Angela
Ciao, Angela.
Oggi ti abbiamo salutata in una giornata di sole, tra un applauso commosso e le note di “Gocce di memoria”. È stato un saluto intriso di ricordi, dolcezza e anche tante lacrime. Proprio quelle lacrime che tu non sopportavi. Tu che hai sempre avuto un sorriso e una battuta per tutti, anche nei momenti di difficoltà. Anche quando stavi poco bene.
“Che sorpresa, ragioniere”
Il treno della “baresità”
Il mio San Valentino
E anche nel giorno di San Valentino (o soprattutto), quante frasi fatte, pensieri costruiti, citazioni, mancanza di virgolette e fantasia, ho colto, leggendo. Tanti cuoricini, cioccolatini, gioiellini, in bella mostra in rete. Quasi fosse una gara per dimostrare quanto si è amati e quanto tanto di più si è amati. Ma un pensiero semplice e spontaneo, no? Sempre più raro.